Approfondimenti

Variabilità dei composti bioattivi nell’aria forestale: primi risultati

È stato appena pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health lo studio condotto insieme al Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile (Consorzio LaMMA) e al Club Alpino Italiano (CAI), sulla variabilità delle concentrazioni dei composti organici volatili presenti nell’aria forestale.
Tali composti, ovvero gli oli essenziali emessi dalle piante e dal suolo, sono tra i principali fattori che concorrono a rendere l’ambiente forestale benefico per la salute umana, come ben noto a chi si occupa di Terapia forestale, disciplina emergente che definisce e avvalora un servizio ecosistemico offerto dalle foreste, fino ad ora per lo più sconosciuto.

I risultati si basano sui dati raccolti da agosto a ottobre di quest’anno lungo strade forestali e sentieri del CAI sull’Appennino Tosco-Emiliano, in particolare tra la Foresta del Teso in provincia di Pistoia e l’Abetina Reale in provincia di Reggio Emilia.
Dall’analisi emerge che le concentrazioni in aria di questi composti cambiano nel tempo e nello spazio molto più velocemente di quanto ritenuto finora: nel giro di meno di un’ora e di poche centinaia di metri ci sono infatti variazioni radicali.

Al contempo, incrociando i dati biochimici raccolti in foresta con i dati meteorologici, questo primo studio apre la strada alla prevedibilità delle concentrazioni in aria dei composti volatili, orientando le pratiche di Terapia Forestale in funzione delle proprietà dell’atmosfera forestale, per poterne ottimizzare i benefici. 
I risultati, per quanto preliminari, rappresentano quindi la premessa per  la costruzione di un modello generale per la selezione ottimale di siti, percorsi, stagioni e orari per la foresta terapia, o anche “soltanto” per associare ai benefici dell’esercizio fisico dell’escursionismo le funzioni salutari dell’aria forestale.

All’origine, dunque, l’obiettivo è promuovere la valorizzazione degli ecosistemi forestali, riconoscendone il ruolo centrale per la tutela e il miglioramento della salute umana. Come conseguenza, il suggerimento, per esempio, di ottimizzare gli effetti della foresta sulla salute soggiornandovi due ore dopo l’alba o nel primo pomeriggio, nonché privilegiare foreste montane con abeti e pini piuttosto che boschi di solo faggio.
A questo proposito, un recentissimo studio australiano pubblicato sulla rivista Nature, dal titolo Economic value of protected areas via visitor mental health, ha dimostrato che il valore globale delle aree protette, tenendo conto soltanto degli effetti sulla salute mentale dei visitatori, ammonta all’8% circa del prodotto interno lordo mondiale. Una cifra davvero incredibile.

Per approfondire

Temporal and Spatial Variability of Volatile Organic Compounds in the Forest Atmosphere
Meneguzzo, F.; Albanese, L.; Bartolini, G.; Zabini, F. Temporal and Spatial Variability of Volatile Organic Compounds in the Forest Atmosphere. Int. J. Environ. Res. Public Health 2019, 16, 4915. https://doi.org/10.3390/ijerph16244915